La depressione è un male oscuro ancora troppo sottovalutato. Anche alla luce delle nuove evidenze scientifiche che arrivano dal Regno Unito.
Esiste, ancora, un inquietante e inaccettabile stigma sulle malattie di natura psichica e mentale. Il nostro cervello, invece, andrebbe curato alla stregua del nostro corpo, per evitare conseguenze gravissime. Per esempio, sappiamo bene quanto possa incidere la depressione sul nostro benessere. Ma il recente studio che arriva dal Regno Unito apre ulteriori squarci di gravità.
Nonostante colpisca milioni di persone ogni anno in tutto il mondo, la depressione è vista, spesso, ancora con vergogna. Quando invece, il primo, fondamentale, passo per uscirne è parlarne, è affrontarla, è reagire. Anche per evitare le gravi conseguenze che adesso vengono paventate da una recente ricerca effettuata nel Regno Unito.
Con la depressione, dunque, si prova una persistente sensazione di tristezza e perdita di interesse per le attività abituali. Si differenzia dalla normale tristezza o dal dolore perché è più intensa e duratura, spesso interferendo con la capacità di una persona di svolgere le normali attività quotidiane.
Un senso di vuoto, di disperazione, la perdita di interesse per le attività un tempo amate e gradite, i cambiamenti nell’appetito e, quindi, anche nel peso, la mancanza di energia e vitalità, spesso dovuta anche a una difficoltà ad addormentarsi e a riposare, sentimenti di inutilità e di colpevolizzazione, fino ai pensieri e agli istinti suicidi. Basterebbero solo questi comunissimi (ma gravissimi) sintomi per capire che la depressione non andrebbe sottovalutata, mai. Ora, però, i progressi della scienza ci danno un ulteriore tassello.
Depressione: l’effetto collaterale scoperto nel Regno Unito
I ricercatori del Regno Unito hanno messo in correlazione depressione e declino cognitivo e sono arrivati alla conclusione che le due cose possano essere strettamente collegate. In primis, soffrire di depressione, con i sintomi che essa comporta, può accelerare la perdita di memoria, anche in soggetti non troppo in là con gli anni.
Gli scienziati hanno analizzato circa 16 anni di dati su più di ottomila adulti, con un’età media di 64 anni. Le conclusioni cui sono arrivati parlano di un’influenza reciproca tra sintomi della depressione e perdita della memoria, anche in età precoce rispetto a quando, solitamente, si manifesta.
In sintesi, le persone con sintomi depressivi più importanti e pronunciati avrebbero maggiori probabilità di sperimentare in seguito un declino più rapido della memoria. E, di converso, chi avrebbe una memoria più debole sarebbe più a rischio di sperimentare un successivo aumento dei sintomi depressivi.